Telefono cellulare in classe: contrari o favorevoli?
Alle porte del 2020, la questione se consentire o meno l’uso del telefono cellulare in classe è ancora spinosa.
Da un lato, c’è la tendenza a spingere verso un’educazione digitale, che tenga conto anche della possibilità di utilizzare gli smartphone durante le lezioni; dall’altra, il rischio che gli studenti possano distrarsi, o farne un uso improprio, è notevole.
E, infatti, l’ultima legge vuole che i cellulari siano vietati in classe, nelle scuole di ogni ordine e grado, dalla scuola primaria a quella secondaria di secondo grado, e comunque in ogni luogo dove si svolga attività didattica.
Capita molto spesso, infatti, che i ragazzi utilizzino il proprio cellulare per distrarsi durante le lezioni, magari controllando i propri profili social, chattando con gli amici, oppure giocando o navigando in internet, senza alcuno scopo didattico.
Ma, il timore peggiore, è che il cellulare in classe possa essere visto come uno strumento per incoraggiare il cyberbullismo: la condivisone in rete, difatti, alimenta la sensazione di protagonismo e molti ragazzi – spinti dal desiderio di ottenere consensi e visualizzazioni – tendono a riprodurre in classe situazioni di bullismo verso altri compagni più deboli, per poi postarli sul web.
La legge si estenderebbe anche ai docenti, i quali sono invitati a lasciare fuori dalla porta della classe tutti i device personali e di utilizzarli solo in caso essi servano per finalità didattiche o per chiamate di emergenza.
Queste proposte di legge non fanno altro che seguire quelle già emanate in altri Paesi europei, come per esempio la Francia, che nega espressamente l’utilizzo dei cellulari in classe a tutti gli studenti al di sotto dei 15 anni.
In controtendenza all’espandersi della tecnologia, questi provvedimenti si rendono necessari a causa, soprattutto, del dilagare del bullismo informatico ma, ogni misura preventiva, è comunque lasciata all’autonomia degli istituti scolastici.
Molto significativa, a questo proposito, è una riflessione di Susanna Tamaro: “Non si può ignorare l’irrompere tumultuoso della tecnologia nella vita delle nuove generazioni e nella nostra. Un irrompere che ha creato un mondo parallelo a quello reale, un mondo segnato dalla facilità e dall’immediatezza, dalla superficialità e da una fallace onniscienza”