Quando le vittime del bullismo sono i docenti

Si sente sempre più spesso parlare di bullismo e di tutte le iniziative messe in atto per arrestare il dilagare di questi fenomeni.

Casi non più isolati si verificano quando un soggetto definito più forte tiene atteggiamenti oppressivi e vessatori, in maniera continua e sistematica, nei confronti di un soggetto più debole, che può essere “violentato” per un aspetto del proprio corpo o del proprio carattere, oppure semplicemente per gioco.

Il fenomeno, infatti, si riscontra soprattutto fra bambini e adolescenti, quando c’è più incapacità di reagire e maggiori occasioni di confronto collettivo, come l’istituto scolastico o un campo sportivo.

Tuttavia, non troppo raramente, capita che anche le persone adulte vengano colpite da questo fenomeno e, molto spesso, si tratta proprio degli insegnanti, che vivono una sorta di cosiddetto “mobbing”, costituito da violenze verbali e psicologiche da parte dei genitori, che pretendono di sostituirsi al ruolo, vantando competenze che di fatto non hanno.

Che origine ha il bullismo dei genitori? 

Secondo alcuni pareri professionali, l’origine di questo atteggiamento è da ricercarsi nella riforma della scuola, implicita ed esplicita, che ha trasformato l’istituto scolastico in un’azienda, delegittimando il ruolo del docente e attribuendo un maggiore coinvolgimento ai genitori, malamente utilizzato.

Da quando le bocciature sono diventate inesistenti, da quando si dà molto peso al tempo libero degli studenti, una volta tornati a casa – con compiti più leggeri e meno impegni scolastici – le figure dell’insegnante e della scuola si sono impoverite, e non solo economicamente, quanto di significato.

Inoltre, il dilagante utilizzo degli smartphone, ha innescato il meccanismo della popolarità, attraverso il quale uno studente si sente autorizzato a compiere gesti di bullismo nei confronti dei docenti per il solo fatto di poter ottenere consensi tra i giovani e nel mondo dei social network.

Per arginare il fenomeno, bisognerebbe mettere in atto gli strumenti di difesa e di tutela che da sempre esistono nelle scuole, come note, sospensione e – perché no – denunce, e che troppo spesso non vengono presi in considerazione per semplice vergogna, del docente e di tutto l’istituto scolastico.

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