Cos’è l’allerta meteo e come influisce sulle scuole chiuse

A causa delle insistenti piogge che hanno colpito il nostro Paese in questi giorni, causando non pochi danni, la parola “allerta meteo” è quella più letta o ascoltata, sui giornali, sui social network, al telegiornale o nelle chiacchiere al bar e tra le mamme fuori le scuole, quando non sono chiuse.

Prima di capire quali azioni conseguono dalla diramazione di un’allerta meteo, vediamo cosa significa esattamente questa situazione e tutte le sue implicazioni.

Innanzitutto, per allerta meteo si intende una serie di procedure messe in atto dallo Stato e dalle Regioni basate su un sistema di pre-allarmi, che coinvolgono la Protezione Civile. Quest’ultima coordina il Centro Funzionale Centrale ma, insieme ad esso, sono coinvolti altri 41 centri operativi e altri centri di competenza nazionali, tra cui il servizio meteo dell’aeronautica o il servizio Dighe.

A differenza degli scorsi anni, quando le allerte meteo erano classificate in base ai numeri, oggi siamo abituati ad ascoltare il termine “allerta” accanto a un colore e, pertanto abbiamo:

  • Allerta meteo verde. Si ha quando la situazione meteorologica è stabile e non si segnalano fenomeni di intensità preoccupante, fermo restando la possibilità di fenomeni isolati di grandi piogge o grandinate.
  • Allerta meteo gialla. Si dirama quando sono previste piogge intense e localmente pericolose, con potenziali situazioni di criticità. Non si esclude la possibilità di piccole frane o l’innalzamento del livello dei corsi d’acqua.
  • Allerta meteo arancione. Si presenta in caso di fenomeni di pioggia molto intensi ed estesi; vi è il serio rischio di gravi esondazioni, frane e smottamenti, nonché caduta di alberi e danni a cose o persone.
  • Allerta meteo rossa. È in assoluto la più pericolosa e per l’eccezionalità del fenomeno, si possono prevedere danni a edifici e centri abitati; danni alle colture agricole e agli insediamenti industriali; danni o distruzione di infrastrutture ferroviarie.

 

Lo stato di allerta, di qualunque colore esso sia, viene trasmesso a Province, comuni e alle prefetture, che si attivano per garantire la sicurezza dei cittadini.

Le prime manovre messe in atto dai sindaci, già a partire dall’allerta meteo arancione, sono quelle di decretare la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado, dei cimiteri, degli impianti sportivi e dei parchi pubblici, al fine di limitare l’affluenza nelle strade, ove possa esserci rischio di danni, dovuti – per esempio – alla caduta di alberi, pali della segnaletica stradale oppure l’esondazione di corsi d’acqua più o meno grandi.

Come reagiscono le famiglie di fronte alla notizia delle scuole chiuse per allerta meteo?

Se, da un lato, la preoccupazione maggiore è quella di garantire la sicurezza per i propri figli e per l’intera famiglia, dall’altro lato vi è comunque il dubbio che spesso si tratti di precauzioni ingigantite, di soluzioni per scaricarsi del senso di responsabilità.

Il più delle volte, infatti, una mamma che riceve la notizia delle scuole chiuse per allerta meteo, deve affrontare mille problemi di organizzazione, soprattutto se è una mamma che lavora: perché il sindaco, il comune, la Protezione Civile e lo Stato, si preoccupano sì di non invadere le strade, ma nessuna tutela è posta nei confronti dei lavoratori che, non solo devono affrontare le stesse criticità di chi andrebbe a scuola, ma devono anche porsi problemi di organizzazione, qualora non avessero aiuti per tenere compagnia ai bambini.

Naturalmente, di fronte alla sicurezza, si perdonano gli eccessi di zelo e le misure preventive che però, in una società come quella in cui viviamo, dovrebbero comunque tendere a tutelare tutte le categorie.

 

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